47 Morto che parla - Benvenuti su Ridipagliaccio!

Il barone Antonio Peletti è un uomo avaro e scorbutico convinto che tutti (familiari, servitori e conoscenti) cerchino di derubarlo; di fatto possiede un “tesoretto” a cui altri ambiscono, ma si tratta di una cassetta piena di gioielli che suo padre, in punto di morte, aveva voluto lasciare in eredità per metà al nipote Gastone, figlio di Antonio, e per metà al Comune, affinché erigesse una scuola elementare nel paese. Il barone, pur di negare non solo il possesso ma l’esistenza stessa della cassetta, si finge povero e costringe alla povertà tutta la sua famiglia. Per entrare in possesso della legittima eredità, Gastone da un lato e il Comune dall’altro dovranno escogitare un piano… “infernale”!

Questa commedia, scritta da Ettore Petrolini nel 1918 e ispirata a “Aulularia” di Plauto e a “L’avaro” di Molière, ebbe una fortunatissima trasposizione cinematografica nel 1950 con la regia di Carlo Ludovico Bragaglia e la strepitosa interpretazione di Totò (da cui la celeberrima battuta <<E io pago!>>). Oggi, settantaquattro anni dopo il film e a oltre cento anni dalla prima teatrale della commedia, “47 Morto che parla” torna in palcoscenico memore di tutte le sue origini, ricco di battute esilaranti e situazioni spassose, alla riscoperta dello straordinario genio comico che l’ha ispirato.

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